Vittorina, London, Cadell, 1777

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Galleria.
 
 ROBERTO, poi la MARCHESA
 
 Marchesa
 Roberto!
 Roberto
                    Mia signora!
 Marchesa
 Posso di voi fidarmi?
 Roberto
                                          Siete certa
465della mia fedeltade.
 Marchesa
                                       Oggi qui deve
 giunger certa Isabella,
 madre di Vittorina. Di vederla
 sa che curar non soglio;
 e rilevai da un foglio
470scritto alla figlia sua che nel sobborgo,
 all’insegna del Sol, restar le preme,
 per là vedersi e ragionare insieme.
 Roberto
 L’oste conosco e l’osteria.
 Marchesa
                                                Sollecito
 ite e quand’ella arriva,
475fate che tosto parta e se trovate
 che ricusi partir, la forza usate.
 Roberto
 Fra l’oste amico mio,
 fra i suoi garzoni ed io
 la faremo partire a suo dispetto.
 Marchesa
480Ricompensa per voi, per lor prometto. (Roberto parte)
 
 SCENA II
 
 La MARCHESA ed il CONTE
 
 Conte
 Scusate, mia signora;
 al cenno che mi onora
 sollecito mi rendo
 e impaziente il mio destino attendo.
 Marchesa
485Vi son grata. Sedete.
 (Perché non porla in un ritiro allora
 che venne a me?... Ma sono a tempo ancora).
 Conte
 Marchesa, a quel ch’io vedo
 siete nel cor, siete nell’alma oppressa.
490Il cavaliere amate...
 Marchesa
 Perché credere amor la pena mia?
 Conte
 Pena è amor, se congiunto è a gelosia.
 Marchesa
 Io gelosia? Di chi?
 Conte
                                     Vano è il nascondere
 quel che meglio d’altrui saper dovete.
495Al cavaliere avete
 un cor sagrificato
 che vi ama, che vi stima e che vi onora,
 e il cavaliere Vittorina adora.
 Marchesa
 (Ecco l’arcano. Ah indegna!
500Ah perfido!)
 Conte
                          Non merta
 l’ira vostra chi puote
 a bellezza volgar volgere il ciglio.
 Marchesa
 Conte, mi maraviglio
 che parliate in tal guisa.
505Io conosco me stessa; e chi pretende
 altrimenti pensar m’insulta e offende.
 Conte
 E perché v’offendete?
 Se voi non possedete
 del cavaliere il core,
510colpa vostra non è, colpa è d’amore.
 
    Se giustizia altrui rendesse,
 non sarebbe Amor fanciullo.
 Fa de’ cuori il suo trastullo,
 gioco è in lui la crudeltà.
 
515   Se del merto cura avesse,
 non andrebbe Amor bendato.
 Se con noi si mostra ingrato,
 colpa è sol di cecità. (Parte)
 
 SCENA III
 
 La MARCHESA, poi VITTORINA
 
 Marchesa
 A questo segno ingrata?
520Perfida a questo segno?
 Olà. A me Vittorina
 timida si avvicina;
 teme a ragion... Ma simular mi è forza.
 Se imprudente svelassi
525delle collere mie la cagion vera,
 troppo del suo trionfo andrebbe altera.
 Vittorina
 (Sempre grave così! Sempre accigliata!
 Duro è il soffrirla).
 Marchesa
                                     Udite; l’età vostra
 e il difficile impegno
530di nascondervi sempre in faccia al mondo
 chiaro mi fan che in casa mia non siete
 abbastanza in sicuro. A provvedervi
 ho pensato e risolto. Alfin godrete
 stato migliore. In un ritiro andrete.
 Vittorina
535(Sien grazie al ciel!)
 Marchesa
                                        V’incresce
 il mondo abbandonar?
 Vittorina
                                            No, ve lo giuro.
 Dono la bontà vostra
 farmi più caro non potea. Mia madre
 spero consentirà.
 Marchesa
                                  Di lei l’assenso
540inutile è aspettar. Son io la sola
 che può, che sa, che provvedervi intende.
 Vittorina
 Mia madre oggi s’attende...
 Marchesa
                                                    Ebben, vi trovi
 chiusa all’arrivo suo. Fra pochi istanti
 da un foglio mio, da genti mie scortata,
545fra le mura sarete
 che a voi son destinate.
 Vittorina
 Differire un sol dì...
 Marchesa
                                       Non replicate.
 
    Di figlia obbediente
 ammiro il rispetto.
550(Conosco l’oggetto
 di un zel mentitor).
 
    D’un’alma innocente
 è degno l’affetto.
 (Che pena nel petto
555celare il livor!)
 
    Se fingo, se lusingo,
 son per onor forzata.
 Ma proverà l’ingrata
 un giorno il mio rigor! (Parte)
 
 SCENA IV
 
 VITTORINA, poi il CAVALIERE
 
 Vittorina
560Oh dio! La cara madre
 non mi sarà permesso
 di veder, di abbracciar? Stelle! Che miro!
 Il cavalier! S’eviti;
 la marchesa nol vegga e non s’irriti.
 Cavaliere
565Voi mi fuggite!
 Vittorina
                               È giusto
 che vi fugga, signore.
 Cavaliere
                                         Un sol momento
 chieggovi per pietà. Deh Vittorina,
 deh non mi fate il torto
 di diffidar dell’onor mio. Prometto
570tutta la segretezza
 che dal mio labbro esiggere potete;
 ma svelatevi a me; dite qual siete.
 Vittorina
 Voi persistete ancora
 nell’immagine vostra... Ah, no, cessate;
575qualunque io sia... qualunque fossi... è vano
 che più pensiate a me, vano è che duri
 la bontà che per me nudrita avete,
 se per l’ultima volta or mi vedete.
 Cavaliere
 L’ultima! Oh dei! Perché?
 Vittorina
                                                  Perché a momenti
580fra anguste mura, in un oblio profondo,
 separata sarò... da voi... dal mondo.
 Cavaliere
 Come! Che sento! E chi di voi dispone?
 Vittorina
 La marchesa l’impone.
 Cavaliere
                                            Ah ciel! Qual lume!
 Grazie al ciel, grazie al fato,
585ecco il mister svelato. Ecco in voi chiaro
 dell’origine vostra il dubbio raggio.
 Alma degna d’onor, degna d’omaggio. (Si getta a’ suoi piedi)
 Vittorina
 Ahimè! Signore... alzatevi,
 se veduta foss’io...
 Cavaliere
                                    No, la tiranna
590in una tomba oscura
 non vi nasconderà.
 Vittorina
                                     Deh se mi amate,
 continuate a tacer, non impedite
 al mio onor un asilo, alla mia pace
 un riposo, un conforto.
 Cavaliere
                                            Ah, la marchesa,
595sotto il vel di pietà, nasconde forse
 qualche di gelosia segreto sdegno;
 io di sottrarvi all’ira sua m’impegno.
 Vittorina
 Pensate al dover mio;
 parto (mi manca il cor). Per sempre... addio...
 
600   Tenero core ho in petto,
 l’alma non serbo ingrata;
 ma povera son nata,
 ma libera non sono,
 ma del mio core il dono
605in mio poter non è.
 
    Conosco il vostro affetto,
 nel mio... sperar potete;
 ma il cuore altrui dovete,
 ma siete altrui legato,
610ma nel mio seno il fato
 sdegna d’amor la face.
 Addio... Vivete in pace
 né più pensate a me. (Parte)
 
 SCENA V
 
 Il CAVALIERE
 
 Cavaliere
 Ah! Che a te più non pensi?
615Ch’io t’abbandoni in preda
 d’un ingiusto furor? Che la speranza
 di possedere io perda
 il tuo amor, il tuo cuore e la tua mano?
 Se lo credi, idol mio, lo credi invano. (Exit)
 
 SCENA VI
 
 Campagna vasta e montuosa con fabbriche sparse al monte ed al piano, fra le quali scorgesi l’albergo coll’insegna del Sole.
 
 donna Isabella
 
620   Son quattr’ore ch’io sono arrivata
 e mia figlia non vedo venir.
 Che tormento! Impaziente son nata,
 l’aspettare non posso soffrir. (Strepito di cacciatori)
 
 Ma qual rumor! Son cacciatori. È meglio,
625stanca qual son, che a riposarmi io vada;
 e Vittorina?... Oh se non vien, se scopro
 la marchesa in difetto,
 porterò a mio dispetto
 nell’albergo abborrito i passi miei.
630Ma se vado colà, peggio per lei. (Entra nell’osteria)
 
 SCENA VII
 
 Il BARONE con seguito di cacciatori
 
 Barone
 
    Facciam alto e riposiamo,
 finché forze riacquistiamo
 per salire e per cacciar.
 
    Fuori, fuori pane e vino
635e prosciutto e marzolino;
 s’ha da bere e da mangiar. (I cacciatori seggono per terra e mangiano e bevono. Il barone siede sopra il tronco d’un albero)
 
    Che bel piacere è per il monte e il piano
 far correr belve e far cader gli augelli!
 Guerra facciamo lor, che questi e quelli
640fatti per l’uomo, l’uomo è il lor sovrano. (Si alza e prende il fucile)
 
    Ma mi par... Tra quelle fronde
 qualche cosa si nasconde.
 Io l’avrò, se prende il volo.
 Poverino, è un uscignuolo,
645non lo voglio molestar. (Siede)
 
 SCENA VIII
 
 ROBERTO e detti
 
 Roberto
 (Questo è il luogo indicato.
 Là è l’osteria del Sol. Veggio il barone
 co’ cacciatori suoi.
 Vuo’ lasciarlo partire, entrerò poi).
 Barone
650Ebben, siete contenti? Vi sentite (A’ cacciatori)
 per la caccia disposti a far ritorno? (Si alzano)
 Andiamo dunque e profittiam del giorno. (Montano la collina)
 Roberto
 Or veggiam se arrivata (S’accosta all’osteria)
 la madre è ancor di Vittorina. Oh cieli!
655Qual nuova meraviglia!
 Quivi cerco la madre e vien la figlia.
 
 SCENA IX
 
 VITTORINA accompagnata dal segretario e dal cameriere della marchesa; ROBERTO in disparte e nascosto
 
 Vittorina
 
    Un momento di respiro;
 camminar non posso più,
 il convento è colassù;
660e la strada non è piana.
 Non son nata una villana,
 non son nata in schiavitù.
 
    La padrona in un ritiro
 vuol ch’io vada? Vi anderò.
665Ma un momento di respiro
 o di qui non partirò.
 
    Oh guardate, che indecenza!
 Chi credete ch’io mi sia?
 (Ah mio cuor, la sofferenza,
670la virtù, la gloria mia!)
 Deh scusate, perdonate,
 se il volete, io partirò. (Va verso la collina)
 
 Roberto
 (Ho capito, ho capito e profittare
 voglio dell’occasione). Vittorina!
 Vittorina
675Che volete da me?
 Roberto
                                     Dalla padrona
 dietro voi sono inviato
 e degli ordini suoi mi ha incaricato.
 Il segretario e il camerier ritornino
 alle incombenze loro. È più decente
680che vi scorti il fattore o sia l’agente.
 Vittorina
 Quel ch’ella vuol si faccia.
 Roberto
                                                 Avete nulla
 da dir, da presentar? (Il segretario gli dà una lettera e una borsa)
 Vittorina
                                          Ma non v’ha detto?...
 Roberto
 La lettera e la borsa,
 me l’ha detto, il sapea. Son cose usate,
685la padrona vi aspetta, il dissi, andate. (Il cameriere e segretario partono)
 
 SCENA X
 
 Donna ISABELLA e detti
 
 donna Isabella
 Parmi d’aver inteso...
 Roberto
                                          (Chi è colei?
 Oh cieli! Non vorrei...) (Copre Vittorina col suo cappello)
 Vittorina
 Che fate? E che dir vuole?
 Roberto
 Cerco la via che non vi offenda il sole. (Parte con Vittorina)
 Isabella
690È una donna, egli è vero, ed alla voce
 Vittorina parea. Ma s’ella fosse,
 ho l’albergo, ove son, scritto e indicato;
 l’impazienza mi prende,
 la rabbia mi divora,
695aspetta, aspetta e non si vede ancora.
 
 SCENA XI
 
 Il CAVALIERE e la suddetta
 
 Cavaliere
 Giusto mi pare il prevenir mio padre
 di quel che accade; l’amor mio svelargli,
 chieder grazia e perdono
 ed ottener del suo consenso il dono.
700La caccia non dovrebbe esser lontana.
 Se incontrarlo poss’io... Scusate, in grazia;
 veduto avreste rigirar qui intorno
 stuolo di cacciatori?
 donna Isabella
 Ne ho veduto poc’anzi
705una frotta.
 Cavaliere
                       Sapreste
 dirmi qual sia il cammino
 che i cacciatori han preso?
 donna Isabella
 Son discesi di là,
 passato han per di qua;
710han mangiato, bevuto e riposato;
 poi quell’altra montagna han rimontato.
 Cavaliere
 Grazie umili vi rendo.
 donna Isabella
                                           Eran guidati
 da un vecchio di buon gusto,
 forte, lesto, robusto.
 Cavaliere
715Mio padre.
 donna Isabella
                        Il padre vostro?
 Chi è? Come si chiama?
 Cavaliere
 Il baron di Sarzana.
 donna Isabella
 Nobile?
 Cavaliere
                  Vari secoli
 conta di nobiltade il padre mio.
 donna Isabella
720Nobile sono e titolata anch’io.
 Cavaliere
 Mostra l’aspetto vostro
 di qual grado voi siete.
 donna Isabella
 Ditemi, conoscete
 la marchesa del Vallo?
 Cavaliere
725La conosco.
 donna Isabella
                        E una giovine che seco
 vive da qualche tempo in compagnia,
 bianco viso, occhio nero e bionde chiome,
 la conoscete voi?
 Cavaliere
                                 (Cieli!) Il suo nome?
 donna Isabella
 Vittorina.
 Cavaliere
                     Ah signora,
730la conosco, l’ammiro; ella è un tesoro.
 donna Isabella
 L’amereste voi forse?
 Cavaliere
                                          Anzi l’adoro.
 donna Isabella
 Come! Sfacciatamente
 senza ch’io sappia nulla,
 voi ardite d’amar la mia fanciulla?
 Cavaliere
735Oh ciel! Fanciulla vostra?
 donna Isabella
                                                 Sì, padrone,
 mia figlia è Vittorina;
 la marchesa del Vallo è mia cugina.
 Cavaliere
 (Che sento! Qual orror!)
 donna Isabella
                                               Voi vi turbate?
 Venite qui, parlate.
740(Mi par un buon figliuol).
 Cavaliere
                                                  Possibil mai
 che una dama bennata
 la figlia destinata
 abbia a uffizio servil...
 donna Isabella
                                           Come! Che dite?
 Cavaliere
 Possibile che possa
745far la marchesa altera
 la cugina servir di cameriera?
 donna Isabella
 Cameriera mia figlia?
 Cavaliere
                                           È questo il grado
 con cui la vidi alla marchesa unita.
 donna Isabella
 Ah marchesa, marchesa! Ah son tradita!
 
750   Povera nel mio stato,
 vedova abbandonata,
 con una figlia allato...
 Figlia bene allevata.
 Pregata ho la marchesa...
755Per compagnia l’ha presa
 e poi servir la fa.
 Non v’è più fede al mondo,
 non vi è più carità.
 
    La povera fanciulla
760non m’ha mai scritto nulla.
 Se avessi penetrato...
 Alfine son chi sono.
 Ohimè! Mi manca il fiato;
 mai più gliela perdono;
765pagarmela dovrà. (Vuol partire)
 
 Cavaliere
 Deh restate un momento.
 Amo la figlia vostra e pronto sono...
 donna Isabella
 Voi sposarla vorreste?
 Cavaliere
 Ah sì, se l’approvate,
770se l’onor mi accordate...
 volo al mio genitore...
 gli parlo... a voi ritorno...
 e le nozze faransi in questo giorno.
 donna Isabella
 Dovrei... Mi par... Ma alfine
775non vi conosco ancora. Il grado, il nome,
 la nobiltà, tutto va ben; ma voglio
 se finora ha sofferto ed ha patito
 ch’abbia almeno mia figlia un buon marito.
 Cavaliere
 
    Non mi vanto, non son vano
780ma giustizia alfin mi rendo.
 Non ambisco, non pretendo
 ma so farmi rispettar.
 
    Prima il cielo e il mio sovrano,
 poi la patria e il genitore
785e la bella serbo in cuore
 che mi ha fatto innamorar.
 
    Son sincero e son costante,
 fido amico e fido amante;
 ecco fatto il mio ritratto,
790vi potete assicurar. (Salisce la collina)
 
 donna Isabella
 Se tutto è ver... Ma quel ch’è ver purtroppo
 è il trattamento indegno
 della cara marchesa... Ardo di sdegno.
 
 SCENA XII
 
 Il BARONE, VITTORINA, seguito di cacciatori; donna ISABELLA; poi ROBERTO con seguito di paesani; poi il CAVALIERE
 
 Barone
 Venite e non temete. Vi ho sottratta
795dalle man di un ribaldo...
 donna Isabella
 È dessa o a lei somiglia.
 Ah! Il mio cuor non m’inganna.
 Vittorina
                                                            Ah madre!
 donna Isabella
                                                                                  Ah figlia!
 Barone
 (La madre e la figliuola!
 Così improvvisamente!
800Par l’avventura un comico accidente).
 donna Isabella
 
    Cara figlia, alfin ti trovo;
 tutto so quel ch’hai sofferto,
 di costanza avesti il merto
 e il destin si cangerà.
 
 Vittorina
 
805   Ah il contento che ora provo
 fa ch’io scordi il duol passato.
 O momento fortunato
 della mia felicità!
 
 Barone
 
    (Oh che caso, oh che allegrezza!
810Piango anch’io di tenerezza).
 
 a tre
 
 Quando l’alma e il cuore è in calma
 fato rio poter non ha.
 
 Roberto (Con seguito di paesani, armati di grossi bastoni)
 
    Che insolenza! Che violenza!
 La fanciulla a noi cedete.
 
 Barone
 
815Disgraziato! Scellerato! (A Roberto)
 La fanciulla diffendete. (Ai cacciatori)
 
 Vittorina
 
 Santi numi!
 
 donna Isabella
 
                          Cielo! Aiuto.
 
 Roberto
 
 Attaccate. (Ai paesani)
 
 Barone
 
                      Caricate.
 
 Vittorina, donna Isabella a due
 
 Abbia il ciel di noi pietà!
 
 Barone, Roberto a due
 
820Un flagello si farà.
 
 Cavaliere
 
    Alto, alto, è mio l’impegno,
 quell’indegno perirà.
 
 Roberto
 
    Salva, salva. (Fugge co’ suoi paesani)
 
 Barone, donna Isabella a due
 
                             Ben gli sta.
 
 a quattro
 
 Ritornar non ardirà.
 
 Barone
 
825   La tua mano valorosa
 preservata ha la mia sposa.
 
 donna Isabella
 
 Eh! Che dice?
 
 Vittorina
 
                             Non intendo.
 
 Cavaliere
 
 Grazie, grazie ai numi rendo.
 Vittorina ha il ciel salvata,
830la virtude abbandonata
 non fu mai né mai sarà.
 
 Barone
 
    (Poverino! Mi vuol bene.
 Accarezza la sua mamma).
 
 Vittorina
 
 (Non accendersi a tal fiamma
835saria troppa crudeltà).
 
 tutti
 
    Sempre il fato non è ingrato
 e per noi si cangerà.
 
    Il cielo torbido
 di nubi carico
840riempiuta ha l’anima
 d’oscurità.
 
    Grazie alla provvida
 stella di Venere,
 il cielo fulgido
845per noi si fa.
 
 Fine dell’atto secondo